Rinnovabili, arriva la batteria a CO2 per l’accumulo di energia

Autore:
Elisabetta Coni
  • Perito per il turismo

Un progetto ambizioso che vuole creare una valida alternativa alle batterie di accumulo di energia rinnovabile: un primo impianto è in funzione e la batteria a CO2 per l’Agenzia dell’Energia è già una bella rivelazione per la transizione energetica in atto. 

sistema di accumulo fotovoltaico
Photo by: Mirosław i Joanna Bucholcw

Da sempre il mondo dell’energia ha cercato di risolvere il grande dilemma di come immagazzinare l’energia prodotta da fonti rinnovabili con sistemi produttivi replicabili facilmente e materiali diffusi sul mercato. Tuttavia, Energy Dome potrebbe aver trovato la soluzione ideale utilizzando la CO2. L’azienda italiana ha capito perfettamente che il vero obiettivo della transizione energetica deve essere quello dell’immagazzinamento dell’energia autoprodotta. Per questo motivo, si è sviluppato un sistema brevettato che utilizza l’anidride carbonica per immagazzinare l’energia: infatti, è nata la batteria a CO2.

La necessità nasce principalmente per un fatto: eolico e solare sono fonti rinnovabili inesauribili ma non programmabili. Significa che basta meno vento del solito o giorni di pioggia, o solo la notte per vanificare l’accumulo di energia. Per questo è prioritario cercare batterie e sistemi di stoccaggio conservativo dell’energia prodotta quando è in eccesso, proprio per rilasciarla quando serve. Tuttavia, le batterie attuali utilizzano dei materiali come litio e cobalto che sono rari e molto critici. Energy Dome con la sua batteria a CO2 potrebbe risolvere il problema. Il primo impianto dell’azienda è in funzione a Ottana in Sardegna.

Batteria a CO2, come funziona

rinnovabili
Photo by: Maria Maltseva – Pixabay

Il principio della batteria CO2 si basa sull’utilizzo dell’anidride carbonica . Si tratta di un fluido capace di immagazzinare energia e costi contenuti grazie alle sue proprietà. Il sistema è anche modulare oltre che indipendente dal sito. Viene utilizzato per stoccare energia in un ciclo termodinamico chiuso. Tenendo presente che la CO2 è un gas che si condensa facilmente e quindi può essere immagazzinato come liquido sotto pressione a temperatura ambiente, non ci sarà bisogno di avere temperature criogeniche estreme per ottenere una alta densità di stoccaggio.

L’azienda inoltre è tutta italiana, pertanto la batteria a CO2 è made in Italy. Energy Dome ha sede a Milano e il fondatore è Claudio Spadaccini, esperto nei sistemi energetici convenzionali e rinnovabili e nei processi termodinamici. Sicuramente, la scoperta di questa batteria di accumulo sarà una grande innovazione per quanto riguarda la transizione energetica e soprattutto per la lotta contro la crisi climatica.

Batteria CO2 sul mercato dal 2024

Inutile nascondere che siamo tutti in ansia per la direttiva case green, che lo ricordiamo punta al passaggio di tutte le abitazioni alla classe energetica E entro il 2030 e alla D entro il 2033. Considerando che la maggioranza degli edifici in Italia è in classe F o G, molti proprietari e condomini sono preoccupati di dover eseguire lavori ingenti per il miglioramento dell’efficienza energetica del proprio immobile e con il rischio che tra 15 o 20 anni si ripresenti il problema a causa dell‘usura di alcuni pezzi come pannelli solari o batterie di accumulo.

Sicuramente, la batteria a biossido di carbonio sarà a lunga durata e sarà messa in commercio con un costo dimezzato rispetto a quelle tradizionali al litio e con altri materiali critici.

Per ora, l’azienda ha dei progetti da sviluppare negli USA e pertanto lo sbocco commerciale della batteria a CO2 sarà ufficialmente nel 2024, in modo da testare l’efficienza energetica, la durata e le eventuali criticità nell’integrarla in un sistema di accumulo e stoccaggio dell’energia. Per approfondire, ecco una guida per conoscere meglio questa nuova tecnologia.