Auto elettriche: come siamo messi con le stazioni di ricarica?

Autore:
Elisabetta Coni
  • Perito per il turismo

Primo accordo tra Consiglio e Parlamento UE riguardo le stazioni di ricarica delle auto elettriche entro il prossimo 2026: come siamo messi in Italia con le colonnine di ricarica? La situazione tra biocarburanti e probabili bonus installazione per wallbox e colonnine di ricarica.

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Photo by: falco – Pixabay

La Commissione e il Parlamento Europeo hanno finalmente raggiunto un primo accordo per realizzare colonnine di ricarica e vere e proprie stazioni per le auto elettriche e a idrogeno. Oltre alle e-car, esse valgono come rifornimento anche per i mezzi pesanti.

Sulle principali reti stradali dell’Europa, Italia compresa, entro il 2026 dovrebbe essere realizzata una vera rivoluzione green per quanto riguarda i trasporti. Si prevedono stazioni di ricarica per auto verdi ogni 60 km, in linea con gli ambiziosi obiettivi previsti dal Pnrr. Si prevedono quindi nuovi incentivi nei prossimi anni, soprattutto dopo la ratificazione dello stop alla vendita di auto e moto con alimentazione e benzina a partire dal 2035. Saranno esclusi i veicoli con alimentazione con carburanti e-fuel, mentre sui biocarburanti il dibattito è aperto.

L’accordo è importante anche per i privati, in quanto, anche se l’UE non è propensa in merito, potrebbero esserci nuovi bonus e incentivi per chi abbia intenzione di installare wallbox e colonnine di ricarica. 

Colonnine elettriche di ricarica e-car, la posizione dell’Italia

ricarica auto elettriche
Photo by: (Joenomias) Menno de Jong – Pixabay

L’intesa raggiunta per quanto riguarda le stazioni di ricarica per le auto elettriche prevede l’installazione ogni 60 km entro il 2026. Mentre per i mezzi pesanti e gli autobus esse dovranno essere collocate ogni 120 km entro il 2028. L’Italia non ha digerito molto il fatto che si dovrebbero installare lungo le principali reti stradali del Belpaese.

Per quanto riguarda gli impianti con distributori a idrogeno, ce ne dovrà essere uno ogni 200 km entro il 2031, salvo eccezioni per territori svantaggiati, isole e strade con poco traffico. I rappresentanti del Governo Meloni stanno premendo soprattutto per portare queste eccezioni anche in fatto di installazione delle stazioni di ricarica elettriche.

Da sottolineare che l’intesa non è ancora definitiva in quanto deve essere approvata prima dagli ambasciatori dei 27 Stati Membri per ripassare in Consiglio e in Commissione Trasporti. Infine, al Parlamento UE in seduta plenaria. Ma come è messa l’Italia? 

Al momento, ci si è mossi a livello privato: Enel ha 500 punti di ricarica attualmente e sono previsti dal Pnrr altri 1,4 milioni nel 2025, quasi 800 punti di ricarica al giorno per tre anni consecutivi. Il conteggio è da considerare compreso di punti ricarica pubblici lungo le strade e quelli privati.

La strada dell’UE sembra essere per l’elettrico, in quanto considerato a zero emissioni. E si vocifera che per adeguare gli Stati Membri, ogni Nazione in autonomia può favorire i privati di bonus e incentivi per aiutare la realizzazione delle colonnine di ricarica anche a livello privato. Ma il Belpaese si è astenuto sul regolamento riguardo allo stop ai motori a benzina e diesel, in quanto vorrebbe favorire anche i biocarburanti.

Colonnine elettriche o biocarburanti?

L’Italia è forse uno dei Paesi Europei che usa di più l’automobile rispetto alla media delle altre Nazioni che favoriscono i mezzi pubblici o altri mezzi di locomozione più green (vedi biciclette elettriche o monopattino). Il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin è intenzionato a fare tutto il possibile per dare risalto anche ai biocarburanti, da considerare come combustibili neutri in termini di CO2. 

Dal punto di vista ricarica elettrica, l’Italia si è mossa a suo tempo a livello privato con un incentivo erogato direttamente dal MISE qualora si effettuassero lavori rientranti nell’ambito del Superbonus. Potrebbe essere questa la soluzione per incentivare anche i privati a installare wallbox e colonnine di ricarica per poter rispettare in parte i requisiti di questo pre-accordo.

E magari, beneficiare di un mezzo efficiente a zero emissioni, ricaricandolo direttamente da casa. Anche perchè potrebbe convenire: ricordiamo che la direttiva case green (non ancora approvata in definitiva) prevede praticamente l’obbligo di un impianto fotovoltaico a casa. Pertanto, ci si autoprodurrebbe l’energia e si ricaricherebbe il mezzo a costo zero e a quasi zero impatto ambientale.