Superbonus: stop alla cessione dei crediti. Chi ci ha rimesso di più?
Il Governo ha disposto lo stop definitivo alla cessione del credito e allo sconto in fattura per tutti i bonus edilizi, Superbonus in testa. Entrambe le opzioni sono, però, ancora valide a determinate condizioni ed è importante, dato lo stato delle cose, esserne a conoscenza.

Superbonus e agevolazioni in ambito edilizio sono utilizzabili, dal momento dell’approvazione del Decreto blocca cessioni del 16 febbraio 2023, esclusivamente con la detrazione fiscale. A partire dal giorno successivo (data di entrata in vigore del decreto) non è più possibile utilizzare cessioni del credito e sconti in fattura. Esistono, però, delle eccezioni dal momento che entrambe le possibilità sono ancora aperte a chi ha presentato la CILA (Comunicazione Inizio Lavori Asseverata).
Ma chi sono, in definitiva, coloro a cui il Decreto 11/2023 ha letteralmente tagliato le gambe? Chi è, quindi, che con questa decisione dell’esecutivo di Giorgia Meloni ha davvero perso i diritti che aveva fino a 24 ore prima rendendo, di fatto, il Superbonus non conveniente?
Superbonus: le vere vittime del Decreto blocca cessioni

Dire che, attorno alla questione Superbonus, si è sollevato un vero e proprio polverone è poco! L’aria che si respira nel settore edilizio, infatti, è pesantissima e da più parti si sollevano, quasi quotidianamente, appelli al Governo affinché attui le modifiche necessarie a salvare, almeno in parte, una situazione già molto compromessa. Le imprese parlano di rischio fallimento e di perdita di lavoro per un numero impressionante di addetti ai lavori (circa 170 mila).
Un decreto che ha lasciato, lungo l’iter della sua veloce approvazione, una scia di vittime davvero notevole dal momento che, al momento attuale, gli unici a poter utilizzare ancora la cessione del credito sono coloro che, prima del 17 febbraio 2023, avevano iniziato i lavori e presentato la necessaria documentazione. Stop forzato, invece, per tutti gli altri. In quali casi e per chi si perde ogni diritto all’utilizzo di quest’opzione? La seguente lista li individua in maniera esaustiva.
- Condomìni la cui assemblea, alla data del 16 febbraio 2023, non aveva ancora deliberato approvando i lavori o che non hanno presentato la CILA.
- Coloro che hanno demolito o ricostruito un edificio senza aver ancora presentato, sempre entro il 16 febbraio, le istanze per acquisire i titoli abitativi.
- Chi non aveva presentato, al 16 febbraio, a prescindere dal tipo di intervento da effettuare, la CILA.
- Chi ha acquistato un immobile da un’impresa di costruzione ma non ha potuto registrare per tempo il contratto preliminare.
Interventi esclusi dalla cessione del credito e dallo sconto in fattura
Il Decreto blocca cessioni ha ben specificato tutti quelli che sono gli interventi esclusi tenendo a riferimento, sempre e comunque, la data dello stesso. In particolare, grandi esclusi sono:
- Superbonus
- Bonus Casa 50%
- Bonus Barriere Architettoniche
- Installazione di colonnine per ricarica dei veicoli elettrici o di impianti fotovoltaici
- Sismabonus
- Ecobonus
- Bonus Facciate.
È chiaro, quindi, che la platea degli esclusi dai diritti di utilizzare la cessione del credito è numerosissima con gravi danni sia ai cittadini (che si vedono esclusi, nella quasi totalità dei casi, dalla possibilità di eseguire i lavori per mancanza di liquidità) sia alle imprese, letteralmente bloccate e prive di fondi (quindi vicinissime al fallimento).
Cosa può fare chi ha perso il diritto alla cessione del credito?

Per tutti coloro che hanno perso il diritto di utilizzare la cessione del credito, la detrazione resta l’unica soluzione per il recupero di quanto speso (in base alle aliquote previste dal bonus scelto). Questo si traduce, comunque, in una serie di problemi importanti. La spesa va anticipata e trovare i liquidi necessari (specie in caso di costi ingenti come per il Superbonus) è difficilissimo. Anche in caso si riuscisse a proseguire, il rimborso sarebbe su più anni (il più delle volte 10, mentre sono 4 per il Superbonus).
Ma non finisce qui: se non si pagano abbastanza imposte c’è pure il rischio di perdere la detrazione! Quindi ad avere più paura, in questo momento, sono i redditi medio bassi. Il tutto in attesa che il Governo faccia davvero qualcosa per rimediare ad una situazione che viene definita, da più parti, insostenibile.