Sfratto in vista? Il nuovo Contributo affitto 2023 è la soluzione adatta a te
Può capitare, in un momento di particolare difficoltà, di non riuscire più a pagare il canone di locazione della propria casa. È in questi casi che si diventa morosi e, quindi, bisognosi di un aiuto per riuscire a far fronte alla situazione ed evitare l’inevitabile sfratto. Il cosiddetto Contributo affitto 2023 serve proprio a questo: per aiutare gli inquilini vittime di morosità incolpevole. È lo Stato ad erogarlo attraverso i vari Comuni di residenza. Scopriamo come funziona e a chi spetta realmente!

Il Contributo affitto 2023 nasce dall’esigenza di chi si trova in un momento difficile e non riesce a pagare l’affitto di casa. A stanziare i fondi necessari ad erogare questi “rimborsi” è il Governo mediante la Legge di Stabilità e, in questo caso particolare, facendo riferimento al Decreto anti-sfratti.
I contributi economici erogati a coloro che ne fanno richiesta e risultano idonei corrispondono alla differenza tra il valore della locazione tipo relativa agli alloggi popolari e quelli che sono, effettivamente, corrisposti dagli inquilini in difficoltà.
Ogni anno il Comune emana dei bandi utili a gestire le richieste di rimborso e dal momento che le pubblicazioni sono del tutto autonome è sempre consigliabile rivolgersi al proprio Comune di residenza per avere dettagli particolareggiati.
Da ricordare, prima di ogni cosa, che il fondo in questione non è attivo in tutti i Comuni ma solo in quelli definiti “ad alta tensione abitativa” ovvero dove gli inquilini hanno maggiori difficoltà a far fronte al pagamento delle pigioni. Ecco a chi spetta e come fare domanda.
Contributo affitto 2023: chi sono i beneficiari?

Il Contributo affitto 2023 spetta ad una platea di beneficiari potenzialmente molto elevata. Il requisito fondamentale, da cui è impossibile prescindere, è che si sia morosi incolpevoli (ovvero per ragioni indipendenti dalla propria volontà).
È evidente che chiunque non paghi l’affitto per utilizzare il denaro in altro modo non avrà diritto all’agevolazione in questione! Quali sono le cause che danno, invece, diritto ad accedere al fondo? Eccole:
- Essere stati licenziati.
- Aver subìto una riduzione importante dell’orario di lavoro e, quindi, della retribuzione.
- Trovarsi in Cassa Integrazione.
- Essere lavoratori a tempo determinato a cui non è stato rinnovato il contratto.
- Essere rimasti senza lavoro per cause involontarie.
- Aver subito un decesso o infortunio in casa coinvolgente uno dei familiari che concorrono al reddito.
Una volta verificato di rientrare in una di queste casistiche, ecco i requisiti che bisogna altresì rispettare per richiedere il contributo.
- Avere un ISEE che non superi i 26.000 €.
- Non essere proprietari di altro immobile ricadente nel medesimo territorio comunale.
- Essere già destinatari di una procedura di sfratto per morosità.
- Avere un contratto di casa registrato presso l’Agenzia delle Entrate.
- Essere residenti nell’immobile oggetto della richiesta da almeno un anno.
- L’immobile non deve appartenere ad una categoria di lusso (A1, A8 e A9).
Chi, all’interno del proprio nucleo familiare, ha un minorenne, un anziano con più di 70 anni o un invalido (almeno al 74%) ha una corsia preferenziale, nell’accettazione della domanda e nell’erogazione del bonus, rispetto a tutti gli altri.
A quanto ammonta il Contributo affitto 2023 e dove si richiede?
In base alla normativa vigente, il Fondo per le morosità incolpevoli può erogare, a coloro i quali rispettano i requisiti, fino ad un massimo di 8 mila euro. Per calcolare quanto, effettivamente, spetta si tiene conto di 3 contesti:
- Ritiro dello sfratto da parte del proprietario: in questo caso il Contributo verrà erogato per coprire le morosità pregresse ma non supererà comunque la soglia massima consentita.
- Prosecuzione dello sfratto: situazione un po’ più complicata in cui si pagano i mesi arretrati a partire dalla proroga + 3 mesi pregressi.
- Stipula di un nuovo contratto: se l’inquilino moroso accetta lo sfratto e affitta un’altra casa, il fondo paga tre mesi d’affitto per quest’abitazione.
La richiesta del Contributo affitto 2023 va fatta al proprio Comune di residenza che si occuperà di inoltrarla al Ministero. Dal momento che, come anticipato, i bandi sono gestiti autonomamente, per conoscere la documentazione necessaria è bene richiedere informazioni direttamente al Municipio di competenza.
Di norma sarà necessario presentare l’ISEE, la copia del contratto registrato, documenti di riconoscimento del richiedente. Entro 3 mesi dalla richiesta si riceverà il riscontro (positivo o negativo) e nel primo caso si riceverà il rimborso.
In caso contrario sono ammessi 60 giorni di tempo per presentare ricorso al TAR.