Riforma del catasto: nuove regole a partire dal 2026?
La riforma del catasto italiano è in arrivo, con l’obiettivo di introdurre nuove regole entro il 2026. Inserita nella legge delega di riforma fiscale, questa riscrittura del catasto comporterà importanti cambiamenti, tra cui l’utilizzo dei metri quadri come unità di misura principale e la determinazione del valore patrimoniale e della rendita in base ai parametri di mercato. Vediamo nel dettaglio quali saranno le linee guida di questa riforma, che mira a modernizzare il catasto e migliorare l’efficienza del sistema di rilevazione catastale e che porterà a una totale rivoluzione.

Il catasto, ovvero la banca dati degli immobili italiani, sarà oggetto di una riforma che introdurrà nuove regole entro il 2026. Questa riforma fa parte della legge delega di riforma fiscale, un testo di 11 articoli che mira a rivoluzionare alcune imposte in Italia. Le modifiche al catasto porteranno importanti cambiamenti, vediamo nel dettaglio quali saranno.
La riforma del catasto è stata approvata dalla Commissione Finanze della Camera con un solo voto di scarto: 22 contrari e 23 favorevoli. A seguito di questa approvazione, si prevede che a partire dal 2026 il sistema di rilevazione catastale subirà una modifica significativa. I vani saranno sostituiti dai metri quadri come unità di misura principale. Inoltre, per ogni immobile sarà necessario determinare il valore patrimoniale e una rendita calcolata in base ai parametri del mercato.
Riforma Catasto 2026: il ruolo del Governo e nuova classificazione

La strada scelta per la riforma del catasto è quella della delega al Governo. L’articolo 6 della riforma fiscale prevede, testuali parole, i
Princìpi e criteri direttivi per la modernizzazione degli strumenti di mappatura degli immobili e la revisione del catasto dei fabbricati.
In base a questa delega, il Governo dovrà rispettare non solo i principi e i criteri generali stabiliti dall’articolo 1 del testo, bensì anche quelli specificati nell’articolo 6, che mirano a modificare la disciplina relativa al sistema di rilevazione catastale al fine di modernizzare gli strumenti di individuazione e controllo delle proprietà terriere e degli edifici.
L’articolo 6 della delega al Governo prevede l’introduzione di nuovi strumenti che verranno messi a disposizione dei Comuni e dell’Agenzia delle Entrate per facilitare l’individuazione e, eventualmente, la corretta classificazione dei seguenti tipi di immobili:
- gli immobili attualmente non censiti o quelli che non rispettano la loro reale consistenza, destinazione d’uso o categoria catastale assegnata;
- i terreni edificabili che sono attualmente accatastati come agricoli;
- gli immobili abusivi, per i quali saranno previsti specifici incentivi e forme di valorizzazione delle attività di accertamento svolte dai Comuni, garantendo al contempo la trasparenza di tali attività.
Riforma catasto: integrazione e condivisione di dati e documenti
L’articolo 6 della delega al Governo prevede anche la creazione di strumenti e modelli organizzativi che agevolino la condivisione telematica dei dati e dei documenti tra l’Agenzia delle Entrate e gli uffici comunali competenti, garantendo la coerenza delle informazioni ai fini dell’accatastamento delle unità immobiliari.
Si prevede che le informazioni rilevate non siano utilizzate per la determinazione della base imponibile dei tributi basati sulle risultanze catastali o per fini fiscali. Inoltre, ogni unità immobiliare avrà assegnata una rendita catastale determinata secondo la normativa vigente, oltre al valore patrimoniale e una rendita attualizzata in base ai valori di mercato, se possibile. Saranno previsti anche meccanismi di adeguamento periodico dei valori patrimoniali e delle rendite delle unità immobiliari urbane, tenendo conto delle modifiche delle condizioni del mercato e senza superare il valore di mercato.
Infine, per gli immobili riconosciuti di interesse storico o artistico, saranno previste riduzioni del valore patrimoniale medio ordinario che considerino i costi di manutenzione e conservazione oltre ai vincoli legislativi relativi alla destinazione, all’utilizzo, alla circolazione giuridica e al restauro di tali immobili.
Obiettivi della riforma del catasto ed impatti finanziari
La riforma del catasto italiano non si limita a una semplice modernizzazione del sistema. Essa si pone una serie di obiettivi ambiziosi:
- maggiore efficienza e semplificazione del sistema delle imposte;
- promozione della crescita economica con un ambiente fiscale più favorevole agli investimenti e allo sviluppo delle attività produttive;
- eliminazione dei micro-tributi, quelle piccole tasse che spesso gravano pesantemente sui contribuenti e creano una burocrazia onerosa;
- maggiore progressività del sistema fiscale: coloro i quali hanno un reddito più elevato, potranno contribuire in misura maggiore rispetto ai redditi più bassi;
- lotta all’evasione ed elusione fiscale: migliore classificazione degli immobili, maggiore precisione nella determinazione delle rendite catastali, addio furbetti.
Passando agli impatti finanziari della riforma, uno studio condotto da UIL ha evidenziato le conseguenze sulle tasse per i contribuenti. Prendendo in considerazione i valori OMI dell’Osservatorio Mercato Immobiliare, si è riscontrato un aumento significativo delle imposte locali. Ad esempio, a Trento si registra un aumento del 189%, a Roma del 183%, a Palermo del 164% e a Milano del 123%.
In particolare, l’Imposta Municipale Unica) subirà un incremento medio di 1150 €, passando dagli attuali 896 a 2046 €. Inoltre, ai fini del calcolo dell’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente), si osserva un aumento medio del valore di una prima casa di circa 75mila €. Questo comporta un aumento percentuale che sfiora il 319%, con il valore che passa da 23576 a 98733 €.
È importante considerare che tali incrementi varieranno a seconda del Comune e delle caratteristiche specifiche dell’immobile e soprattutto se magari si fa si fa parte delle eccezioni che fanno risultare esenti dal pagamento dell’IMU per legge. Pertanto, è fondamentale valutare attentamente gli impatti individuali e consultare un professionista esperto per comprendere al meglio le conseguenze finanziarie della riforma, la quale sarà definitiva nel 2026.