Esenzione IMU e Legge 104: sono davvero incompatibili?
Una delle domande più frequenti tra chi ha una casa principale in cui non vive stabilmente perché deve, al contempo, occuparsi di un parente disabile riguarda la compatibilità della Legge 104 con l’esenzione IMU. Come funziona se la normativa impone la convivenza con la persona malata? Occorre pagare la tassa per la propria casa? O si può essere esenti? Come? Tutte le risposte.

Con la Legge 104 è possibile ottenere periodi di congedo straordinari per dare assistenza a un parente disabile. La normativa legale vera e propria, però, si scontra con quella fiscale. Come mai? Semplicemente perché coabitare con la persona disabile significa lasciare la propria casa, la propria residenza principale e, proprio per questo, non vedersi riconoscere l’esenzione IMU per la prima casa (in cui, lo ricordiamo, bisogna risiedere anagraficamente e dimorare effettivamente).
Come si può risolvere la situazione? In un caso come questo (molto più frequente di quanto si possa immaginare) esiste comunque un escamotage che permette, facendo tutto in regola, di continuare ad essere esenti dall’IMU pur convivendo con la persona che bisogna assistere. Stiamo parlando della cosiddetta residenza temporanea. Ma come funziona? Vale indubbiamente la pena scoprirla un po’ più da vicino.
Esenzione IMU prima casa: perché si perde con la Legge 104?

La Legge 104, come abbiamo visto, consente di avere aspettative sul lavoro per dare assistenza ad un parente riconosciuto dall’INPS come disabile grave (articolo 3, comma 3, legge 104). La persona non si deve trovare ricoverata in una struttura ospedaliera in via permanente dal momento che qui avrebbe già l’assistenza necessaria.
Cosa dice la legge
La normativa prevede che il tempo massimo in cui un lavoratore può utilizzare la Legge 104 è pari a 2 anni nei quali è indispensabile convivere con il disabile. Ma cosa accade se chi presta assistenza ha un immobile, adibito a prima casa, esente da IMU?
Di base si tratta di due concetti che non possono coesistere perché se da un lato per usufruire della Legge 104 bisogna convivere con la persona da assistere, dall’altro per essere esenti dall’IMU occorre risiedere stabilmente nella propria abitazione principale (il che spesso non può accadere). Pensiamo, ad esempio, al caso dei figli che, residenti in un’altra città, tornano dal genitore che è bisognoso di assistenza. In questo caso, dovrebbero trasferire la propria residenza a casa dei genitori perdendo, di fatto, l’esenzione IMU sul proprio immobile.
Residenza temporanea: come salvare esenzione IMU per un anno
Abbiamo già ribadito più volte che per legge bisogna convivere con la persona da assistere. L’unico modo per non perdere l’esenzione IMU sulla propria abitazione principale è quello di richiedere, presso il Comune dove si trova l’abitazione del disabile, la residenza temporanea che dura 12 mesi e non ha, per l’appunto, carattere definitivo. Indispensabile, però, ricordarsi di richiedere prima il cambio di residenza temporaneo e solo successivamente l’ammissione ai benefìci della Legge 104.
Ovviamente la durata di 12 mesi della residenza temporanea permette di salvare l’esenzione IMU per un solo anno. Trascorso questo lasso di tempo la nuove residenza diventerà definitiva per cui non sarà più possibile esentare dal pagamento dell’IMU quella che fino a pochi mesi prima era la casa principale. Si tratta, comunque, di un’ottima soluzione tampone che permette di mantenere il beneficio almeno per i primi 12 mesi dal trasferimento presso l’abitazione della persona da assistere