Direttiva case green: arriva il sì definitivo dell’Europarlamento
Era nell’aria da un po’ ed è arrivato nelle ultime ore il parere positivo dell’Europarlamento sulla direttiva sulle case green. Il testo della norma chiede qualche sforzo in più ai Paesi Membri rispetto a quello datato dicembre 2021 ma con una maggiore flessibilità nel raggiungimento degli obiettivi.

Il Parlamento Europeo, riunitosi a Strasburgo, ha detto sì alla direttiva sulle case green. L’obiettivo del miglioramento energetico per tutti gli Stati Membri ha visto un risultato formato da 343 voti favorevoli, 216 contrari e 78 astenuti.
Tra i maggiori trainatori di questo risultato, il PPE (Partito Popolare Europeo) mentre tutto il centro destra italiano si è schierato contro il provvedimento, definendolo addirittura pericoloso per tutti gli italiani.
Non è un caso dal momento che sin dalla sua prima comparsa, la proposta ha sollevato nel Bel Paese un vero e proprio polverone. Cosa comporta, in definitiva, il sì di Strasburgo all’applicazione della direttiva? Scopriamolo!
Direttiva sulle case green: sì al miglioramento dell’efficienza energetica in Europa

L’Europa si è espressa in maniera forte e chiara su quello che è uno degli argomenti più caldi del momento: quello sulle case green. Ben 343 i voti a favore contro 216 contrari e 78 europarlamentari che hanno preferito astenersi dalla votazione. Ricordiamo che un mese fa era arrivato l’ok dall’ITRE (Commissione Industria, Ricerca ed Energia).
Il testo attuale è praticamente quello di febbraio 2023 con la richiesta di un maggiore sforzo rispetto al primo piano datato dicembre 2021 e proposto dalla Commissione Europea. In quell’occasione, si richiedeva il passaggio dalla classe G alla F entro il 2027 per gli edifici non residenziali ed entro il 2030 per quelli residenziali.
Con il nuovo testo, l’obbligo sarà quello di raggiungere, per tutte le case, la classe E entro il 2030 e la D entro il 2033. Per gli edifici di tipo non residenziale e pubblico, sarà obbligatorio il raggiungimento della classe E entro il 2027 e della D entro il 2030. Gli immobili di nuova costruzione dovranno essere ad emissioni zero dal 2028 con installazione di impianti solari.
Se gli obiettivi da raggiungere richiederanno maggiore sforzo, dall’altro lato il Parlamento Europeo darà una maggiore flessibilità a tutti i Paesi per raggiungerli al meglio, valutando il tutto a livello nazionale. Prevista anche la possibilità di qualche deroga (che ognuno stabilirà) che, ad esempio, potrà riguardare gli edifici storici o le chiese.
Al contempo si dovranno prevedere piani di aiuto finanziario o sovvenzioni e programmare eventuali ristrutturazioni a costo zero. I combustibili fossili, infine, scompariranno definitivamente a partire dal 2035.
Il parere della politica italiana sul sì alla direttiva case green
Anhe i rappresentanti italiani hanno votato al Parlamento Europeo. Se a trainare il Sì sono stati il PPE, i socialisti e i democratici e i Verdi UE (oltre che Renew Europe), il centro destra italiano, in particolare Lega e FI hanno espresso voto contrario.
Forza Italia, nelle parole del suo capodelegazione, ha definito la proposta come
fortemente dannosa nei confronti del bene sacro degli italiani, ovvero la casa.
Lo stesso Berlusconi, nei giorni scorsi, si era detto contrario alla direttiva (a questo proposito abbiamo recentemente svelato le principali caratteristiche delle case green). La preoccupazione maggiore riguarda i finanziamenti dal momento che in Italia, entro il 2033, con questa norma, circa il 3,1-3,7% degli edifici residenziali dovrà obbligatoriamente essere sottoposto a ristrutturazione.
Detto questo, il prossimo passo dovrebbe essere l’accordo politico in merito che, salvo problemi particolari, si pensa possa arrivare già entro il 30 giugno 2023.