Decreto Aree Idonee Rinnovabili: vantaggi per le fonti rinnovabili in Italia
Il Decreto Aree Idonee Rinnovabili è finalmente giunto alle mani dei rappresentanti delle regioni italiane, portando con sé importanti novità per il settore delle energie rinnovabili. Questo provvedimento mira a semplificare e accelerare l’installazione di grandi impianti fotovoltaici ed eolici in Italia, favorendo una transizione verso un futuro energetico sostenibile.
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La bozza del Decreto Aree Idonee Rinnovabili è stata presentata alla Conferenza unificata. Essa ha creato grande attesa nel settore delle energie verdi e tra i decisori locali. Questo decreto arriva con oltre un anno di ritardo. Esso contiene le nuove quote di Burden Sharing, ovvero la distribuzione regionale dell’obiettivo FER (Fonti di Energia Rinnovabile) nazionale entro il 2030.
Le 19 regioni italiane e le due province autonome di Trento e Bolzano dovranno condividere l’obiettivo di realizzare 80 GW di nuova capacità rinnovabile entro la fine del decennio.
Il Decreto Aree Idonee per le rinnovabili ha un ruolo fondamentale nel velocizzare e semplificare la realizzazione di grandi impianti fotovoltaici ed eolici in Italia. Ma come? Definendo chiaramente cosa rende una zona “idonea” all’installazione delle FER attraverso procedure semplificate e cosa la rende “non idonea”.
La ripartizione regionale dei 80 GW di rinnovabili

Leggendo la bozza del Decreto, ogni territorio ha in assegnazione una soglia di potenza minima da raggiungere in una determinata scadenza, Ovvero, ogni anno, a partire dal 2023 fino al 2030. Questa sorta di calcolo annuale include tutti i nuovi impianti a terra entrati in funzione a partire dal 1º gennaio 2022, oltre alla potenza nominale aggiuntiva derivante da interventi di rifacimento o ricostruzione integrale, sempre a partire dalla stessa data.
Per i nuovi impianti rinnovabili offshore e come si scrive testualmente si specifica “le cui opere di connessione alla rete elettrica sono realizzate sul territorio della Regione o provincia autonoma”, si considera solo il 40% della potenza nominale delle installazioni.
Nella distribuzione dell’obiettivo, la Sicilia ha il maggior sotto-obiettivo: dovrà installare 10,3 GW di rinnovabili entro il 2030. Seguono, nell’ordine:
- Lombardia: 8,6 GW,
- Puglia: con 7,2 GW,
- Emilia Romagna e Sardegna: 6,2 GW ciascuna.
Criteri per l’individuazione delle aree idonee alle FER
La bozza attuale del Decreto Aree Idonee Rinnovabili, stabiliti da determinati criteri, include tra le superfici e le aree idonee:
- Siti in cui sono già installati impianti rinnovabili che utilizzano la stessa fonte e i cui lavori di riqualifica, ristrutturazione o potenziamento non comportano un aumento dell’area occupata superiore al 20% (escluso il fotovoltaico).
- Aree soggette a bonifica individuate secondo il Titolo V.
- Cave e miniere abbandonate o in condizioni di degrado ambientale, o porzioni di esse non suscettibili di ulteriore sfruttamento.
- Siti e impianti del gruppo Ferrovie dello Stato italiane, dei gestori di infrastrutture ferroviarie e delle società concessionarie autostradali, nonché impianti all’interno dei sedimi aeroportuali gestiti dalle società di gestione aeroportuale.
- Aree che non rientrano nel perimetro dei beni sottoposti a tutela e che non si trovano nella fascia di rispetto (3 km dal perimetro dei beni sottoposti, 500 metri per gli impianti fotovoltaici).
- Esclusivamente per gli impianti fotovoltaici e di produzione di biometano, le aree agricole racchiuse in un perimetro i cui punti distano non più di 500 metri da zone industriali, artigianali e commerciali, inclusi SIN (Siti di Interesse Nazionale), cave e miniere; le aree all’interno di impianti industriali e stabilimenti; e le aree adiacenti alla rete autostradale entro una distanza massima di 300 metri.
- Beni del demanio militare o utilizzati dai Ministeri della Difesa, dell’Interno, della Giustizia e dell’Economia e delle Finanze.
- Superfici di edifici, strutture e manufatti in cui vengono realizzati impianti fotovoltaici soggetti a manutenzione ordinaria.
Decreto Aree Idonee FER: cosa devono fare le Regioni
Alle amministrazioni regionali spetta il compito di individuare le proprie superfici e le aree idonee all’installazione. Si baseranno su una legge regionale da adottare entro 180 giorni dalla data di entrata in vigore del Decreto Ministeriale.
I requisiti per la classificazione possono variare in base alla fonte, alla dimensione e alla tipologia degli impianti, sempre rispettando i principi di minimizzazione degli impatti. Saranno stabiliti criteri specifici per zone come le superfici occupate dai bacini artificiali di accumulo idrico e dai canali artificiali, nonché le aree non classificate soggette ad attività abusive.
Nel processo di individuazione delle aree, le amministrazioni possono fare uso della piattaforma digitale integrata con i dati sull’uso del suolo agricolo desumibili dal SIAN (Sistema Informativo Agricolo Nazionale).
Questo decreto rappresenta un importante passo avanti per lo sviluppo delle energie rinnovabili in Italia. La semplificazione delle procedure e l’individuazione di aree idonee favoriranno l’installazione di impianti fotovoltaici ed eolici, promuovendo una transizione energetica sostenibile. A lungo termine, ciò porterà a una maggiore produzione di energia pulita, riducendo le emissioni di gas serra e contribuendo alla lotta contro il cambiamento climatico.