Bonus Ristrutturazione 2023: come funziona, documenti, FAQ
Tra i Bonus Casa 2023 pensati dal Governo per aiutare economicamente chi effettuerà opere edilizie su condomini o abitazioni singole rientra anche il Bonus Ristrutturazione. Un incentivo che consiste in detrazione del 50% sull’IRPEF utilizzabile fino al termine dell’anno solare con un tetto massimo di 96.000 euro.
Il Bonus Ristrutturazione, tra i più attesi, è stato riconfermato anche per l’anno in corso. Un’agevolazione che permette di avere un incentivo per tutti i lavori edilizi effettuati sugli immobili e rientranti tra quelli ammessi.
Il Decreto Rilancio ha definito le modalità secondo cui è possibile ottenere il Bonus Ristrutturazione 2023, ovvero la cessione del credito o lo sconto diretto in fattura (oltre, naturalmente, alla detrazione da ripartire annualmente in 10 rate).
Una delle novità introdotte quest’anno è il Decreto Anti Frodi, di cui parleremo a breve, e che ha l’obiettivo, come facilmente intuibile, di evitare le frodi che, purtroppo, si sono verificate di sovente negli anni scorsi e che andavano a riguardare tanto la cessione del credito che gli sconti in fattura.
Scopriamo come funziona, quali sono i lavori ammessi e tutte le altre informazioni indispensabili per poter approfittare di quest’agevolazione.
Bonus Ristrutturazione 2023: cos’è e chi può richiederlo
Il Bonus Ristrutturazione è valido anche nel 2023. Dopo il primo lancio, avvenuto nell’ormai lontano 1986, e dopo tutte le modifiche a cui è stato soggetto, anche per l’anno in corso si potrà avere un incentivo importante per i lavori edilizi.
In particolare, il bonus per il 2023 prevede la possibilità, per chi effettua lavori edilizi di tipo ordinario o straordinario, sino al 31 dicembre 2023, di usufruire di una detrazione fiscale del 50% sull’IRPEF. Il tetto massimo di spesa per cui è possibile ottenere il bonus è pari a 96.000 euro. In ogni caso, l’importo andrà ripartito in 10 rate annuali.
Chi può richiedere il Bonus Ristrutturazione? Tutti i cittadini che paghino l’imposta sul reddito, indipendentemente che risiedano in Italia o meno. Si tratta di proprietari di immobili, di coloro che vantano qualche diritto reale sull’immobile, degli inquilini e dei comodatari. In particolare, la platea di possibili beneficiari del bonus comprende:
- proprietari e nudi proprietari;
- usufruttuari;
- inquilini o comodatari;
- soci di cooperative o di società semplici;
- imprenditori di tipo individuale (a patto che l’immobile per cui si richiede l’agevolazione non rientri tra gli strumentali).
- coloro che eseguono i lavori in proprio (in questo caso, però, la detrazione copre solo la spesa per l’acquisto del materiale).
Ma non è tutto, a patto che siano loro ad effettuare i pagamenti:
- familiari conviventi di chi possiede o detiene l’immobile;
- coniugi separati ma a cui il tribunale ha assegnato la casa;
- conviventi more uxorio.
Chi acquista un edificio su cui sono state effettuate opere edilizie valide per ottenere il bonus, avrà diritto, in maniera automatica, alle quote residue al momento del trasferimento di proprietà. Unica condizione perché questo non avvenga è che le parti si accordino diversamente tra loro.
Quali opere rientrano nel Bonus Ristrutturazione e quali no?
Una volta compreso cos’è il Bonus Ristrutturazione e quali possono essere i beneficiari, è bene avere chiaro anche quelle che sono le opere che possono essere ammesse al bonus e quali, invece, non lo sono.
Tra i lavori ammessi al bonus si trovano:
- manutenzioni straordinarie, restauri, risanamenti conservativi su immobili residenziali e su ogni relativa pertinenza, indipendentemente dalla categoria catastale di appartenenza e sui condomìni;
- ricostruzioni di immobili danneggiati da calamità naturali a seguito di dichiarazione di stato di emergenza;
- opere per realizzare posti auto di pertinenza;
- azioni atte ad eliminare le barriere architettoniche mediante l’installazione di un ascensore o di un montacarichi;
- lavori utili a bonificare gli edifici dall’amianto e ad evitare che si verifichi un infortunio domestico. Anche un semplice tubo del gas da sostituire rientra tra gli interventi agevolabili dato che la sua sostituzione serve ad evitare che si creino situazioni di pericolo domestico.
- interventi che rinforzino gli immobili e li rendano più sicuri da ogni atto illecito di terzi (ad esempio furti o aggressioni);
- opere per cablare gli edifici, per un maggiore risparmio energetico o per la sicurezza antisismica;
- interventi che vanno a sostituire gruppi elettrogeni di emergenza con un generatore di ultima generazione;
- spese sostenute per sostenere prestazioni professionali, per mettere in regola un edificio e per acquistare materiali;
- le imposte sul valore aggiunto e tutte le spese legate all’inizio dei lavori;
- ogni onere di urbanizzazione;
Prendendo in considerazione le opere agevolabili, vale la pena fare una precisazione su quelli che sono gli aspetti, invece, non detraibili. Abbiamo parlato dell’aumento della sicurezza domestica: non sono però agevolabili le spese sostenute per acquistare elettrodomestici dotati di sistemi di sicurezza.
Se, poi, andremo a stipulare un contratto con un’agenzia di vigilanza, questo non ci darà diritto a richiedere il Bonus Ristrutturazione perché abbiamo “lavorato” per prevenire un eventuale atto illecito.
Bonus Ristrutturazione 2023 e Decreto Anti Frode
Rispetto a quanto accaduto negli anni scorsi, per il 2023 il Bonus Ristrutturazione si abbina a diversi obblighi legati a quello che è noto come Decreto Anti Frode. Si tratta della stessa misura che accompagna anche il noto Superbonus 110%. Due novità introdotte mediante il Decreto 11.11.2021 numero 157, ovvero il visto di conformità e l’attestazione di congruità. Vediamoli un po’ più da vicino.
Il Visto di Conformità prevede che per poter ottenere la cessione del credito o lo sconto in fattura per il Bonus Ristrutturazioni dovremo essere in possesso di apposita comunicazione da parte dei professionisti che hanno apposto il visto di conformità e che ha, quindi, verificato per primo la sussistenza dei requisiti per l’ottenimento dell’agevolazione.
Dovremo, inoltre, presentare l’Attestazione di Congruità in merito alla spesa effettuata. Questa deve essere redatta da tecnici abilitati che, andranno, quindi, a verificare il pieno rispetto di tutti i limiti massimi (in termine di costi) previsti a seconda del tipo di intervento.
Come richiedere il Bonus Ristrutturazione 2023?
Per richiedere il Bonus Ristrutturazione 2023 è necessario rivolgerci ad un CAF. Sono previste 3 modalità per ricevere l’agevolazione:
- mediante detrazione del 50% dell’IRPEF mediante presentazione del modello 730 o Modello Unico. In questo caso, l’importo spettante arriverà in 10 rate annuali di pari importo;
- direttamente con uno sconto in fattura, da ottenere subito;
- con il credito d’imposta da poter cedere, poi, ad enti autorizzati come banche o assicurazioni.
Per usufruire di queste ultime due modalità, il modulo di richiesta dovrà essere inviato all’Agenzia delle Entrate entro il 16 marzo dell’anno successivo a quello dei lavori.
Vale la pena ricordare che al momento della richiesta si dovranno produrre tutte le documentazioni inerenti le spese effettuate. Si parla di bonifici bancari o postali che devono contenere al loro interno tutto l’indispensabile per risalire ai lavori fatti e ai beneficiari. Quali sono?
- Causale (da indicare come “Bonifico relativo a lavori edilizi che danno diritto alla detrazione prevista dall’articolo 16 bis del DPR 917/1986”);
- Codice fiscale di chi beneficia della detrazione;
- Partita IVA (o CF) di chi riceve il bonifico.
Il Bonus Ristrutturazione 2023 viene erogato anche a coloro che hanno finanziato i lavori fatti. In tale evenienza sarà la finanziaria a pagare le opere mediante bonifico (da compilarsi come indicato) e di cui sarà indispensabile conservare la ricevuta.