Bonus Acqua potabile 2023: installa gratis sistemi di filtraggio dell’acqua

Autore:
Antonella Palumbo
  • Dott. in Scienze dell'amministrazione

Conosciuto anche con il nome di “bonus depuratore”, il bonus acqua potabile 2023 è un’agevolazione pensata per tutti coloro che desiderano installare in casa impianti di filtraggio per migliorare la qualità dell’acqua corrente e renderla bevibile. Ma quali sono le condizioni per accedervi? Fino a quando è possibile usufruire delle detrazioni fiscali e quali sono i limiti di spesa consentiti?

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Il Bonus Acqua Potabile fa parte a tutti gli effetti della Legge di Bilancio che la Camera dei Deputati ha prorogato con la Legge di Bilancio 2023. Si tratta, come avviene per tutti i bonus di questo tipo, di un’agevolazione che permette di ottenere fino al 50% in qualità di rimborso (credito d’imposta) per l’acquisto di sistemi di filtraggio dell’acqua potabile. Il discorso è parimenti valido sia per le utenze domestiche che per quelle professionali e commerciali.

Questo aiuto economico non è nuovo: è stato, infatti, introdotto per la prima volta nel 2021 con la Legge di Bilancio. Entrato in “funzione” a giugno dello stesso anno (si è dovuto attender il decreto attuativo), è l’Agenzia delle Entrate a gestirlo, definendone i limiti, le caratteristiche, i requisiti necessari per ottenerlo.

La misura coprirà tutti gli esborsi fatti tra 1° gennaio 2021 e 31 dicembre 2023, avendo la nuova legge coperto anche l’anno successivo al biennio 2021/2022. Ma come funziona? Addentriamoci più nel dettaglio e conosciamo più da vicino questo bonus.

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Bonus Acqua potabile 2023: di cosa si tratta e come funziona?

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Il Bonus Acqua potabile 2023, come dice il nome stesso, è un aiuto di tipo economico pensato per chi sostiene delle spese inerenti l’acqua potabile di casa o della propria attività commerciale. Si tratta nello specifico di un credito di imposta del 50% per le spese relative ad acquisti o installazione di sistemi che puntino a migliorare la qualità dell’acqua potabile.

Nello specifico è possibile effettuare lavori di:

  • sistemi di filtraggio;
  • mineralizzazione;
  • addizione di CO2;
  • raffreddamento (quindi filtri, gasatori o depuratori).

L’agevolazione fiscale è gestita, come tutte quelle approvate dal Governo Italiano, dall’Agenzia delle Entrate e consente di ottenere un credito di imposta del 50% delle spese sostenute per effettuare i lavori sopracitati a condizione che questi siano sostenuti tra il 1° gennaio 2021 e il 31 dicembre 2023.

Il rimborso può arrivare fino ad un massimo di 500 euro. Ciò significa che spendendo, ad esempio, 800 euro, si avrà diritto ad un credito d’imposta pari a 400 euro (il 50%). Dal momento che l’ammontare massimo del bonus è stato fissato a 500 euro, è chiaro che verranno rimborsate le spese fino a 1.000 euro.

L’obiettivo legato all’introduzione di questo bonus appare abbastanza chiaro ed è quello di ridurre quanto più possibile i consumi di bottiglie o contenitori di plastica in genere utilizzati proprio per l’acqua potabile. Sappiamo, infatti, quanto la plastica sia pericolosa dato che ha un impatto ambientale disastroso.

E’ possibile prendere visione delle informazioni in merito e scaricare il modello e le istruzioni anche sul sito dell’agenzia delle entrate alla sezione dedicata Bonus acqua potabile.

A chi spetta e a quanto ammonta

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A chi spetta il Bonus Acqua potabile 2023? C’è da dire immediatamente che non vi sono requisiti di reddito o similari da soddisfare. Gli unici documenti richiesti sono quelli relativi agli acquisti o alle installazioni effettuate. Tutti i pagamenti dovranno essere stati effettuati in maniera tracciabile e, quindi, dimostrabile in modo incontrovertibile. Per il resto, a ricevere l’agevolazione potranno essere:

  • persone fisiche;
  • chi è titolare di attività di impresa o professionale ed artistica;
  • qualunque ente non commerciale compresi quelli che appartengono al terziario e al settore religioso civilmente riconosciuto.

Il bonus spetta a chi è proprietario degli immobili interessati o a chi ne detiene il titolo. Via libera alla richiesta, quindi, anche da parte degli affittuari o di chi usufruisce del comodato d’uso. Nel caso in cui vi sia una comproprietà il bonus viene ripartito rispettando le percentuali di spesa fatte da ciascuno dei proprietari.

Abbiamo già anticipato che l’importo massimo a cui può arrivare questo bonus è pari a 500 euro. Le spese rimborsabili, quindi, saranno tutte quelle che arriveranno al massimo a 1.000 euro. Questo limite è valido solo per le persone fisiche che richiederanno il bonus. Per ogni attività istituzionale, commerciale, professionale o per gli enti non commerciali, sale a 5.000 euro per ciascun immobile.

Si dovrà porre la massima attenzione a quella che è, però, la percentuale del 50% che, in particolari casi, potrebbe non venire rispettata. Questa, infatti, sarà valida solo e soltanto se non si supereranno i 5 milioni di euro l’anno concessi.

Se si dovesse andare oltre, sarà l’Agenzia delle Entrate ad analizzare ogni singola domanda e a verificare che si abbia diritto al rimborso. In base al numero di domande e, quindi, agli importi da erogare, qualora si dovesse superare il tetto di spesa massimo che la stessa Legge di Bilancio ha stabilito (i sopra citati 5 milioni di euro), la percentuale del 50% potrebbe abbassarsi.

Come richiedere il Bonus Acqua potabile 2023

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Le modalità di richiesta del Bonus Acqua potabile 2023 non sono complicate. Una volta verificato di essere in possesso di tutti i documenti e le fatture che dimostrino le spese effettuate, potremo procedere.

Il modulo è disponibile nell’apposita sezione all’interno del sito dell’Agenzia delle Entrate e va compilato indicando i dati del richiedente e tutte le spese sostenute e poi inviato per via telematica.

La richiesta può essere fatta sia da chi dovrà beneficiare del bonus che da un intermediario. In entrambi i casi, al massimo entro 10 giorni lavorativi, si riceverà una ricevuta che attesterà che la richiesta è stata presa in carico dagli uffici competenti.

Nel caso in cui ci si renda conto di aver fatto qualche errore, non occorre preoccuparsi. Sarà possibile, infatti, inviare una comunicazione correttiva (entro la scadenza dei termini) in cui evidenzieremo tutti i dati corretti. Quest’ultimo invio andrà a sostituire quelli precedenti e sarà quello che l’Agenzia delle Entrate utilizzerà per la verifica e l’erogazione del bonus.

Come compilare la domanda

Il processo di richiesta è semplice: è necessario inserire il beneficiario del credito d’imposta e fornire tutti i dati richiesti sul frontespizio. A seconda della categoria del richiedente, le spese ammissibili devono essere specificamente segnalate nel quadro A o B.

Qualora fosse necessario apportare correzioni alla comunicazione presentata, è obbligatorio farlo entro il 28 febbraio dell’anno successivo a quello in cui le spese sono state sostenute. In alternativa, è possibile inviare una comunicazione finale che sostituirà tutte quelle inviate in precedenza. In entrambi i casi, la trasmissione avviene attraverso modalità telematiche.

Scadenza e cumulabilità

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Per poter approfittare del Bonus Acqua potabile, è indispensabile che la richiesta sia effettuata entro i termini previsti dalla legge. In particolare, occorrerà farlo entro e non oltre il 28 febbraio dell’anno successivo ai lavori.

Le imprese e le attività commerciali potranno utilizzare il bonus in compensazione con F24. Per le persone fisiche, invece, rientrerà a pieno titolo nella Dichiarazione dei Redditi fino al suo completo utilizzo.

Ultimo aspetto che, indubbiamente, merita la nostra attenzione riguarda la cumulabilità del Bonus Acqua potabile 2023. Cosa significa? Facciamo un esempio pratico. Se il signor Rossi ha due proprietà ed in entrambi gli immobili installa sistemi per il miglioramento della qualità dell’acqua, avrà diritto a ricevere il bonus (entro la spesa minima di 1.000 euro per ogni unità abitativa) per entrambi. Se, quindi, spenderà 800 euro in un immobile e 1.000 in un altro, avrà diritto a 400 + 500 euro di rimborso (salvo abbassamenti delle percentuali). Stesso discorso è valido per le attività commerciali (per spese fino a 5.000 euro per ciascuna).