Abuso edilizio? Arriva la sanatoria automatica, ma non per tutti
Nonostante sia comunque in diminuzione, quello dell’abuso edilizio è un fenomeno molto diffuso in Italia dove, da alcune recenti inchieste, risulta abusivo circa il 15% degli immobili. Per regolarizzare la situazione, in determinati casi, determinati dalla normativa vigente, è possibile usufruire della sanatoria automatica.

Gli immobili che, per un motivo o per un altro, possono rappresentare un abuso edilizio sono moltissimi. Basta, ad esempio, aver realizzato un bagno (se in regola ricordiamo che è disponibile il bonus bagno 2023) o una camera senza aver richiesto i relativi permessi per ricadere in questo reato.
E, una volta accertata la situazione, regolarizzarla può essere davvero un percorso lungo e contorto. La legge, però, prevede che in alcuni casi sia possibile approfittare della cosiddetta sanatoria automatica.
Gli immobili abusivi che consentono di poterne usufruire sono, comunque, quelli in cui gli interventi realizzati fuori dagli obblighi di legge, sono di piccola entità e non rappresentano un pericolo per chi vive in quell’ambiente.
Importante, poi, dare uno sguardo anche alle regole regionali per cui è indispensabile farsi assistere da professionisti del settore. Quindi, se è vero che, dopo la pandemia, gli italiani hanno un rapporto particolare con la propria casa (che spesso può portarli a sbagliare), fare chiarezza è comunque d’obbligo.
Abuso edilizio, le norme che regolano la sanatoria automatica

Le norme che regolano i casi in cui si realizza un abuso edilizio sono diverse e non tutte a livello nazionale (ve ne sono, come anticipato, anche alcune a livello regionale). In generale, comunque, ci si riferisce al Testo Unico dell’Edilizia e, in particolare, all’articolo 36 (Accertamento di conformità) che tratta proprio l’argomento della sanatoria automatica.
In dettaglio, il testo in questione dice che per ogni lavoro svolto senza il relativo permesso, i proprietari degli immobili possono ottenere la sanatoria se gli interventi sono conformi quanto meno alle normative urbanistiche (sia quando sono iniziati che quando si presenta la domanda di sanatoria).
Attenzione perché non è detto che il Comune accetti la richiesta di sanatoria automatica. Entro 60 giorni da questa potrebbe arrivare il rigetto, con relativa motivazione.
L’abuso edilizio verrà accettato in questa norma, ad esempio, se la superficie interessata dai lavori non supera il 20% di quella totale dell’immobile per cui se si è certi di non rientrare in questi limiti è inutile presentare domanda e il tutto andrà irrimediabilmente incontro a demolizione, ovvero alla rimozione dei lavori fatti che il proprietario dovrà effettuare a proprie spese.
Abuso edilizio: esiste la prescrizione?
Uno dei dubbi che maggiormente affligge chi teme di essere incorso nell’abuso edilizio è quella relativa all’eventuale prescrizione.
Esiste? La risposta è positiva anche se non esiste una tempistica universale dal momento che il tutto viene regolato da norme regionali.
In linea di massima, comunque, si può individuare questo lasso di tempo in 10 anni dal momento in cui l’abuso viene scoperto.
Da quella data l’autorità può agire ma, se non lo farà, perderà ogni diritto di poterlo fare in futuro. Una precisazione importante da fare è quella in merito a cui la prescrizione interviene solo per gli immobili abusivi ad uso abitativo.
Per quelli che non hanno questa funzione, non esistono tempi di prescrizione.