Condensa in primavera: 3 soluzioni efficaci
Con l’arrivo della primavera, quando i riscaldamenti si spengono, in casa bisogna fare i conti con un altro problema: la condensa. Vediamo tre soluzioni efficaci a contrastarla.
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Prima che arrivi il caldo dell’estate, con l’avvento della primavera, in alcune case, bisogna fare i conti con un problema: la condensa. Quest’ultima si verifica, generalmente, quando si smette di accendere i riscaldamenti.
Una data, quella di spegnimento, che varia molto a seconda della regione di appartenenza ma che, solitamente, cade tra la fine del mese di marzo e la metà di quello di aprile.
Materialmente, sulla caldaia a metano, che ci permette di accendere o spegnere i riscaldamenti in autonomia, la manopolina andrà spostata sul simbolo dell’estate. In questo modo, la caldaia lavorerà soltanto se dovrà produrre acqua calda. Di seguito, analizzeremo il problema della condensa in primavera e perché si verifica.
Perché si forma la condensa a primavera?
In questo periodo dell’anno, dunque, ecco che si può assistere al fenomeno della condensa che, però, non si verifica ovunque. Nei piani alti della casa, quelli esposti meglio al sole, si potrebbero registrare temperature che sfiorano i 20 gradi. I piani di mezzo, se poco esposti al sole, non saranno altrettanto caldi e, provocheranno, da parte di chi le abita, l’esclamazione di frasi tipiche del periodo come: si sta meglio fuori che dentro.
Per quanto riguarda, invece, i piani terra, rialzati o seminterrati, questi non arriveranno a 20 gradi in questo periodo e sono quelli che più rischiano la condensa di cui parlavamo.
Per capire cosa succede negli ambienti più freschi, è necessario chiamare in causa la temperatura di rugiada. Si tratta della temperatura a cui, con una pressione costante, la miscela aria-vapore diventa piena di vapore acqueo. Praticamente la temperatura di rugiada è quella che ci fa comprendere a che temperatura deve arrivare l’aria per far sì che il vapore contenuto si condensi in rugiada. Le superfici interne dei locali posti più in basso, restando più fredde, possono raggiungere più facilmente il 100% di aria a quella temperatura, arrivando al punto di saturazione.
Per comprendere meglio il fenomeno, pensiamo ad una giornata primaverile con una temperatura massima di 26 gradi. Aprendo le finestre dei piani bassi della tua casa, fai entrare l’aria calda in casa ma, le pareti interne, sono ancora molto fredde. Utilizzando un misuratore di umidità dell’aria e di temperatura in casa, potremmo notare che i gradi presenti in casa sfiorano i 20 gradi centigradi, con un’umidità pari a 20 gradi. Ecco che si crea vapore che condensa. Se questo fenomeno si protrae si può incorrere in muffa sulle pareti.
Naturalmente, non è che inizierà a piovere ma sull’intonaco l’aria condenserà il tuo contenuto di vapore. Succede, dunque che, se la temperatura aumenta, l’aria contiene più vapore ma se la temperatura si abbassa, anche il vapore che può contenere diminuisce finché non si raggiunge il punto di rugiada. Dunque, quando si spengono i riscaldamenti, l’acqua sotto forma di vapore che entra dall’esterno entra nei piani bassi di casa e potrebbe condensare sulle superfici fredde, come i muri interni.
Condensa in primavera: risolvere i problemi di umidità di risalita
Se c’è dell’acqua presente nel terreno, questa potrebbe risalire sulle mura, indipendentemente dal freddo/caldo che c’è nell’ambiente. Per scongiurare la condensa primaverile, potresti decidere di risolvere i problemi di umidità di risalita, anche perché queste mura, potrebbero rendere insalubre l’ambiente domestico.
L’acqua andrebbe bloccata con interventi mirati, creando delle barriere che impediscono la sua risalita. Dopo le pareti devono essere asciugate ed intonacate di nuovo, meglio se con resine ed intonaci deumidificanti. Il momento dell’anno migliore per questa tipologia di interventi è la tarda primavera.
Condensa in primavera: installare un deumidificatore
Installare un deumidificatore nei punti critici della casa potrebbe essere una buona soluzione. Considera, però, anche qualche altro piccolo stratagemma. Ad esempio, quando cucini, usa la cappa di aspirazione; arieggia spesso gli ambienti aprendo le finestre e facendo cambiare aria; limita la presenza di piante nell’ambiente domestico.
Condensa in primavera: cambiare le finestre
La condensa è un fenomeno completamente naturale. Essa, però, potrebbe essere favorita da un altro fattore: finestre che non garantiscono la microcircolazione dell’aria. Un investimento a lungo termine, dunque, potrebbe essere di sostituire i serramenti con altri che permettano, ad esempio, la ventilazione a fessura e garantiscano il microcircolo dell’aria.
I serramenti moderni, inoltre, hanno i vetri con distanziatore a bordo caldo in materia plastica che elimina il ponte termico e che, almeno sui vetri, fa sì che la condensa non si formi o si formi di meno.
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In casa tua si accumula condensa in primavera? Se la risposta è sì, quale dei tre metodi che ti abbiamo illustrato hai trovato più efficaci? Prima di metterti a lavoro, se reputi che questo articolo possa essere utile a qualche tuo amico, non esitare a girarglielo.