Come è andato il 2022 della smart home in Italia?

Autore:
Davide Bernasconi
  • Dott. in Economia e Commercio

Smart Home: il mercato italiano nel 2022 ha registrato ancora una forte crescita. A dirlo sono i dati dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano. Le cifre ed il confronto con l’Europa.

Photo by Pexels – Pixabay

Agli italiani la domotica piace oppure no? Alla domanda ha pensato di rispondere, in occasione del sesto report annuale, l’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano dedicato appunto alla smart home. Sulla base dei dati in possesso, Il mercato italiano della smart home ha segnato nel 2022 una crescita del 18% rispetto all’anno precedente, con un fatturato che si aggira intorno a 770 milioni di euro.

E poteva andare ancora meglio, visto che le cifre parlano di un raddoppio rispetto al 2016, anno del primo report, con una serie di problemi legati alla supply chain, i ritardi nelle consegne oltre alle tensioni economico-politiche che hanno tolto ben 90 milioni di euro dal mercato, secondo le stime. L’Italia ha segnato un tasso di crescita nel 2022 maggiore di quello di altri paesi europei.

La Spagna si ferma appena al +10%, con 530 milioni di euro di fatturato; peggio ancora a ha fatto il Regno Unito al 4,1% (4 miliardi di euro) mentre per Francia il segno + è pari al 2% (1,3 miliardi di euro). Calo invece per Germania, giù del 5% e con un volume di affari del 3,7 miliardi di euro.
Giulio Salvadori, direttore dell’Osservatorio Internet of Things, ha così espresso la sua opionione a margine della presentazione del report:

Un importante passo avanti sul piano europeo, ma la strada è ancora lunga – spiega . Infatti, la spesa pro capite italiana della smart home si ferma a 13 euro ad abitante, rispetto ai 61,6 del Regno Unito o ai 44,5 della Germania. Allo stesso modo, i dati vanno letti alla luce di Superbonus ed Ecobonus, mentre è arrivata proprio in questi giorni la notizia dello stop del Governo italiano a cessione del credito e sconto in fattura. Le aziende del settore dovranno attuare contromisure per far percepire all’utente quanto possa essere comunque utile investire in soluzioni di smart home.

Il settore merceologico che traina il mercato dello smart home in Italia rimane quello legato al riscaldamento e climatizzazione, con una quota pari al 20% per un fatturato di 155 milioni. Seguono, a breve distanza, le soluzioni per la sicurezza (150 milioni di euro), gli elettrodomestici connessi (140 milioni) e dagli smart speaker (137 milioni).

Molto più distanziati invece, con una quota marginale, le proposte per lampadine, casse audio, smart plug, serie civili e dispositivi per l’automazione di tende e tapparelle.

Il report sottolinea, con interesse, che l‘offerta dello smart home si sta modificando; l’evoluzione

Ultimo tassello dell’Osservatorio Internet of Things dedicato alla smart home, l’evoluzione dell’offerta, con una sempre maggiore attenzione verso una gestione completa dei consumi energetici di casa sfruttando la potenza dell’Intelligenza Artificiale. In questo senso, va intesa la ricerca di un sistema che possa impostare in maniera autonoma il funzionamento degli elettrodomestici, in base alla fasce orare della giornata più economiche, oltre ai  servizi basati sulla nascita e creazione di comunità energetiche.

Concludendo, Giulio Salvadori ha indicato un punto chiave del report 2022:

Diventa fondamentale comunicare i risparmi e i vantaggi all’utente elaborando dati comprensibili. Lo stesso Osservatorio Internet of Things si è mosso per creare alcune simulazioni. Dimostrando che l’utilizzo di dispositivi ed ecosistemi smart può contribuire a ridurre i consumi energetici annuali del 23% per il riscaldamento e del 20% per la componente elettrica. Un risparmio che vale circa 330 euro per un bilocale di 70 mq e 460 euro per un trilocale di 110 mq.