Superbonus quanto mi costi?? I numeri fanno impazzire gli italiani
Ma quanto davvero è costato alle tasche degli italiani il Superbonus 110% che negli ultimi tre anni ha tenuto banco nel Paese? I numeri che emergono dall’analisi condotta dall’Ance, l’Associazione nazionale costruttori edili, sono preoccupanti, perché a pagare è lo Sato e quindi ovviamente noi cittadini con le tasse. Ecco cosa dice il report e perché c’è poco da stare tranquilli.

L’ANCE, l’associazione nazionale dei costruttori edili, ha presentato nei giorni scorsi in Parlamento i risultati di un interessante studio il quale mostra, mediante la creazione di un modello empirico, una stima delle conseguenze sulle casse dello stato da parte del celebre e non più osannato Superbonus 110%, nato con l’intento di facilitare gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici vetusti.
Lo studio mette in luce appunto gli effetti del Superbonus 110%, partendo da un progetto reale e standardizzato per calcolare in maniera precisa, in ogni fase distinta della lavorazione, quale sia la ricchezza prodotta in termini redditi e utili d’impresa.
In questo modo diventa possibile determinare la quota di consumi e investimenti dei soggetti coinvolti nella riqualificazione.
Per l’ANCE l’intento era quello, in origine, di determinare le maggiori entrate risultanti nel bilancio dello Stato, derivanti dagli stipendi pagati agli operai e gli addetti ai lavori dei cantieri interessati oltre ai prodotti utilizzati, le parcelle dei professionisti e i redditi degli imprenditori. Il risultato è stato sorprendente: la quota raggiunta da questi valori è pari al 47% degli importi complessivamente destinati ai crediti fiscali.
Quanto è costato davvero il Superbonus 110%: l’analisi Ance

L’analisi dell’Ance ha avuto inizio dalla costruzione di un capitolato di lavori per un intervento di efficientamento energetico su un edificio condominiale, avente importo complessivo di 1 milione di euro. Il progetto prevede una serie di interventi trainanti (isolamento termico delle superfici opache e sostituzione di impianto di climatizzazione invernale con pompa di calore) e trainati (sostituzione di serramenti, impianto fotovoltaico e di accumulo dell’energia prodotta), come dunque prevede la norma del Superbonus.
Le singole componenti (acquisto materiali, lavorazioni, prestazioni professionali) vantano diverse quote di lavoro retribuito e di beni acquistati. In questo modo, previa l’applicazione di una serie di coefficienti, l’Ance può arrivare ad effettuare una stima della spesa e pertanto, a quanto ammonti l’attivazione economica del sistema.
Il passaggio successivo, effettuato per ogni lavorazione, è stato il calcolo del costo della manodopera impiegata nel cantiere, i professionisti fra architetti, progettisti e geometri coinvolti oltre ai materiali acquistati ed utilizzati.
In questo modo è stato possibile stimare il volume di investimenti attivati e di quelli che probabilmente verranno attivati entro la scadenza dell’incentivo (2023 al 90-110%, 2024 al 70% e 2025 al 65%), in modo da moltiplicare il valore per i coefficienti individuati, per la determinazione complessiva.
Superbonus 110%, i risultati preoccupano
I risultati, ultima fase del report, sono stati parametrati ai lavori già inseriti all’interno della piattaforma Enea e a quelli che si stimano per gli anni ancora da inserire, ovvero il periodo 2022-2025. Al termine, il risultato ha portato alla dimostrazione che il costo effettivo a carico del bilancio dello Stato è il 53%mentre il restante 47% dei crediti fiscali ritorna all’erario sotto forma di nuove tasse, IVA e contributi vari. Da qui si deduce che non vi è alcun ritorno economico per l’erario