Diritto alla riparazione: impatto su ambiente e tecnologia

Autore:
Elisabetta Coni
  • Perito per il turismo

Il diritto alla riparazione sta guadagnando terreno negli USA ed Europa, promettendo un impatto significativo su tecnologia, ambiente e strategie aziendali.

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Diritto alla riparazione: impatto su ambiente e tecnologia
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Il diritto alla riparazione sicuramente scuoterà il mondo tecnologico, e come non potrebbe farlo nella nostra società sempre più consumistica? Sebbene le abitudini di consumo sono dure a morire, la sfida è quella di cercare di mantenere un dato prodotto tecnologico, elettrodomestico o altro per anni a venire. Tutto questo, riducendo l’impatto ambientale.

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Tuttavia, bisogna considerare degli aspetti fondamentali ben radicati nelle abitudini di consumo e nel comportamento delle aziende stesse. Il “parts pairing” e l’obsolescenza programmata rappresentano addirittura degli ostacoli per i consumatori. Eppure, qualcosa sta cambiando sia negli Stati Uniti, sia in Europa. Ovvero, nuove leggi che daranno ai consumatori finali e non alle aziende produttrici il controllo sulla riparazione stimolando le aziende ad ammodernarsi, magari usando una tecnologia emergente come la stampa 3D.

Diritto alla riparazione: sfide e limitazioni attuali

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Nel contesto attuale, la riparazione dei dispositivi tecnologici è diventata un compito sempre più arduo a causa di diversi fattori. Esistono diverse pratiche che purtroppo invece che agevolare la riparazione e, diciamolo apertamente, far risparmiare gli utenti, inducono ad essere sempre più inclini allo spreco. Una di queste è la pratica del “parts pairing,” la quale vincola specifiche parti ai dispositivi tramite numeri di serie unici e unita ai costi elevati con accesso pure limitato ai servizi di riparazione fanno desistere anche la persona più paziente. E che cosa succede? Si fa prima a buttare il prodotto, sostituendolo con uno nuovo.

Altro motivo per cui la riparazione non è contemplata è a causa dell’obsolescenza programmata. Questo fenomeno ha ridotto di fatto la durata media di vita di molti dispositivi elettronici rispetto alle aspettative iniziali. Il risultato? La creazione di cumuli di rifiuti elettronici. Solo nel 2020 sono stati prodotti circa 53 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici secondo le stime. 

Il diritto alla riparazione: una speranza per il futuro

Ma con l’intervento USA ed UE, si spera che il diritto alla riparazione possa risolvere il problema. California, Minnesota e New York hanno già riconosciuto il diritto alla riparazione come legge. Per quanto riguarda l’Unione Europea c’è tanta strada da fare, ma si conta che si possa arrivare a un accordo con tutti gli Stati membri ed emanare leggi in merito.

In che cosa consisterebbe una legge al diritto alla riparazione? Sicuramente, le aziende produttrici dovranno cambiare i loro modelli di business obsoleti, cercare di spingere sui progetti di prodotti durevoli e soprattutto facili da riparare, con pezzi di ricambio presenti per anni a venire e centri assistenza specializzati facilmente individuabili, con altrettante procedure da seguire per avere questo servizio. E soprattutto, con costi accessibili.

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In molti sono concordi che questa legislazione possa dare il via al sorgere delle botteghe di riparazioni locali per annullare il trasporto dei dispositivi difettosi e favorire l’economia locale. Ma sicuramente si spingerà anche sull’uso di tecnologie emergenti come la stampa 3D. Sarebbe utile avere la possibilità di avere in bottega questa stampante, stampare il pezzo di ricambio ed effettuare la riparazione al momento. Niente costi nascosti e soprattutto tempi di attesa dimezzati se non annullati. Il concetto di riparabilità stesso diventerebbe più efficiente e sostenibile, senza dover effettuare file per una spedizione o girare il mondo per un pezzo di ricambio. Anche perché la casa e la nostra vita stessa sta diventando sempre più dipendenti dalla domotica e oggetti smart home. Contribuire a un settore tecnologico più sostenibile e centrato sul consumatore diventa pertanto un obbligo morale.

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